Impianto di Trattamento Meccanico e Biologico (TMB) dei rifiuti urbani e speciali Sarzano (Rovigo)

L’impianto di trattamento di Sarzano è affidato in concessione, come disciplinato da convenzione stipulata dal Consorzio Rifiuti di Rovigo con l’allora Ecogest srl in data 23/01/2002 e successivamente integrata con addendum firmati in data 30/10/2002, 26/02/2004 e 20/04/2010. 

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L’impianto TMB è stato autorizzato con decreto AIA n. 92 del 29/11/2011 dalla Regione Veneto, ed è stata volturata ad Ecoambiente quale gestore dell’impianto in data xxxxxx. E provinciale?????

L’autorizzazione prevede una capacità di trattamento massima pari a 109.200 t/anno; la linea di biostabilizzazione è in grado di trattare 26.800 t/anno di frazione umida, mentre l’impianto di CDR è in grado di processare circa 65.520 t/anno di frazione secca separata, dalla quale può produrre circa 32.000 t/anno di CDR.

La gestione dell’impianto è sottoposta alle verifiche del Piano di Monitoraggio e Controllo (PMC), approvato con le autorizzazioni AIA Regionale e Provinciale, e gli audit gestionali sono effettuare da un terzo controllore indipendente, attualmente identificato in xxxxxx.

L’impianto attualmente è in fermo tecnico per manutenzione straordinaria e per un intervento di revamping generale.

Nella condizione operative pre fermata all’impianto sono confluiti tutto il rifiuto urbano non riciclabile raccolto in provincia di Rovigo ed i rifiuti speciali non pericolosi, con attività di trattamento dei rifiuti tramite i seguenti processi:

  1. Triturazione primaria, deferrizzazione e vagliatura del rifiuto triturato;
  2. Raffinazione del materiale vagliato (sopravaglio);
  3. Biostabilizzazione della frazione vagliata.

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Il sopravaglio (secco separato dai metalli ferrosi e dalla frazione umida)  può essere inviato alla linea di produzione del CDR/CSS (combustibile da rifiuto) per poi essere conferito ad impianti per il recupero energetico (cementifici, centrali termiche  ed elettriche con fonti alternative, ect.), o avviato direttamente in discarica, come rifiuto trattato, in base ad esigenze tecniche ed economiche.

Il sotto vaglio, costituito dalla frazione organica ancora presente nel rifiuto, è inviato alla linea di biostabilizzazione aerobica, con produzione di compost fuori specifica (biostabilizzato da discarica), idoneo per la copertura giornaliera dei rifiuti in discarica.

I rifiuti urbani in entrata all’impianto sono sempre accettati, mentre i rifiuti speciali sono ammessi dopo la procedura di omologa. Tutti  i rifiuti in entrata all’impianto vengono trattati nelle linee di lavorazione.

I rifiuti in uscita dall’impianto (CDR/CSS, BD e secco non riciclabile trattato), in conformità con il loro avvio presso gli impianti di recupero/trattamento/smaltimento, vengono opportunamente analizzati  e certificati, classificati come rifiuti derivanti dal trattamento dei rifiuti con i seguenti codici CER di classificazione:

  • 19.05.03: Compost fuori specifica (Biostabilizzato da discarica – BM);
  • 19.12.02: metalli ferrosi;
  • 19.12.03: metalli non ferrosi;
  • 19.12.07: legno;
  • 19.12.10: rifiuti combustibili (CDR: combustibile da rifiuti ora CSS);
  • 19.12.12: altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti.

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L’impatto ambientale più significativo per questa tipologia di impianti è costituito dall’emissione di odori; la scelta tecnica in questi casi è il confinamento delle attività di trattamento e la captazione e l’abbattimento delle emissioni odorigine.

Nell’impianto TMB di Sarzano il trattamento dei rifiuti avviene all’interno di capannoni industriali, chiusi e dotati da impianti di aspirazione delle arie; i fabbricati sono tenuti in depressione tramite un impianto di aspirazione centralizzato che capta l’aria dalle linee di lavorazione del secco e dall’impianto di biostabilizzazione.Le arie aspirate sono inviate ad un impianto di lavaggio (srüber) con acqua e poi trattate tramite biofiltri dedicati, per una portata di circa 100.000 mc/h. Le emissioni odorigine sono contenute dal sistema di depurazione ed abbattimento, e la presenza di emissioni diffuse in uscita dagli impianti è contrastata dalla tenuta in depressione di tutto il fabbricato industriale.

Il PMC prevede siano effettuate campagne per la verifica delle emissioni in generale dai biofiltri (ammoniaca, acido solfidrico, polveri ect.) e indagine odorigine, con sistema di campionamento ed analisi olfattimetrica.

Biofiltro con corteccia di legno

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